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al testo di Amina Narimi
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inutile sommare di là del giorno come nella morsa in_vita il gelo una lacrima d'oro, le dita con il ghiaccio passi che vanno dove solo loro vogliono andare dove qualcosa li aspetta in giri di cielo a catenella piccoli punti di lontananza, uncinetti guidano le fila e come rafia calcola le pause la corda impugnata che a Tunisi prese l'amore come ferro da calza uno alla volta, nel giro di ritorno, si pianta addosso da sola la sua ombra assetata di bianco di suoni d'archi di fiati [ solo in un'asola ] Dove claudica fresco il lutto di nerissimi capelli muove lento la voglia di contatto, fino a perdere coscienza, nella sua stanchezza pesando,a ogni piede, punti di fame. Mio piccolo Re Soprano prestami la voce- [Se la fai fioca. Se appartata] - finché la mia parola non dice più. A quel temp-i-o saranno chiari gli occhi ,colmi di piccoli Re farai fiorire abissi ,fradici di luce come ali sacre al simurgh sulle mie clavicole sporgerà come l'inverno il cuore,da dove resta la tua regina, bianca,in un Punto Alto ,del bosco. |
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